Monday, March 28, 2011

VIVA L'ITALIA

Intervento dei ragazzi della Rete degli Studenti durante le celebrazioni cittadine per i 150 anni della storia d'Italia.

Nicole: Viva l’Italia che lavora, viva l’Italia di Guido Rossa, viva l’Italia che crede nella democrazia e non ha paura di soffrire per difenderla!

Caterina: Articolo 1
L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

N: Viva l’Italia dei volontari di l’Aquila, viva l’Italia dei donatori del sangue, viva l’Italia degli studenti che hanno salvato Firenze dall’alluvione del ’66!

C: Articolo 2
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

N: Viva l’Italia delle donne, viva l’Italia di Tina Anselmi, Nilde Iotti, delle centinaia di donne che non vengono più ricordate e che ogni giorno combattono per i propri diritti inviolabili!
Viva l’Italia degli onesti, viva l’Italia che paga le tasse, che non paga il pizzo, che non ha paura della propria Costituzione!

C: Articolo 3
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

N: Viva l’Italia dei precari, viva l’Italia dei laureati nei call center, viva l’Italia della dignità e NON del si o del no a Mirafiori!

C: Articolo 4
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.

N: Viva l’Italia Unità, viva l’Italia solidale che a sentir parlare di “Razza Piave” sente i brividi di un passato che non passa!
Viva gli Italiani che non sono nati in Italia, viva l’Italia delle Seconde Generazioni, della multicultura, viva l’Italia della solidarietà!

C: Articolo 6
La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche.

N: Viva l’Italia di Don Puglisi, viva l’Italia dei sacerdoti anti-raket, viva l’Italia laica che sa rispettare tutte le religioni.

C: Articoli  7-8
Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani.
Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge.

N: Viva l’Italia degli studenti, viva l’Italia della ricerca, viva l’Italia della scuola pubblica, viva l’Italia che crede nella Scuola Pubblica, viva l’Italia che chiede una riforma dell’Istruzione, ma non questa riforma!
Viva l’Italia di Bruno Cagli, viva l’Italia di Settis, viva l’Italia di chi si indigna davanti alle macerie di Pompei, viva l’Italia dei giovani che abbracciano il colosseo!

C: Articolo 9
La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.

N: Viva l’Italia del diverso, Viva L’Italia delle tradizioni che si mescolano, viva l’Italia dell’incontro reciproco, viva l’Italia che sa fare del “foresto” un valore aggiunto della propria cultura!

C: Articolo 10
Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge.

N: Viva l’Italia della pace, viva l’Italia dei medici in Africa, viva l’Italia di Gino Strada, viva l’Italia delle bandiere colorate fuori dalle finestre prima della guerra in Iraq!

C: Articolo 11
L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.

N: Viva l’Italia del tricolore!

C: Articolo 12
La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni.

INDIGNAZIONE ED ORGOGLIO.

INDIGNAZIONE ED ORGOGLIO DI DUE STUDENTESSE DI TREVISO
 in occasione della giornata delle donne “SE NON ORA, QUANDO”


TREVISO 13 FEBBRAIO 2011
Michela:  Sono indignata perchè una donna in Italia deve mostrare le tette e nascondere la laurea se vuole trovare lavoro.
Nicole: Sono orgogliosa perchè il femminismo è stato il primo momento politico di critica storica alla società.
M.  Sono indignata perchè c'è chi crede ancora che una donna non possa guadagnare più del marito.
N. Sono orgogliosa perchè abbiamo saputo mettere a tacere il monologo della società patriarcale.
M. Sono indignata perchè al governo ci sono delle oche pluribocciate, mentre molte donne laureate sono precarie, cameriere, commesse..
N. Sono orgogliosa perchè ho la possibilità di mettere la mia capacità lavorativa a disposizione della società, a patto che questa non ne sia immunizzata.
M. Sono indignata perchè a parità di ruolo e competenza, la donna ha uno stipendio inferiore rispetto all'uomo.
N. Sono orgogliosa perchè la donna ha dimostrato di poter rivestire ruoli che per secoli sono stati considerati di competenza prettamente maschile.
M. Sono indignata perchè non c'è niente più bello del corpo di una donna, eppure quando vedo le vallette in televisione penso che non ci sia nulla di più orribile.
N. Sono orgogliosa perchè i miei organi sessuali non sono uno strumento fine alla carriera, perchè io non sono uno strumento.
M. Sono indignata perchè se una donna viene stuprata è colpa sua che aveva la gonna troppo corta, non è colpa di uomini non ancora evoluti dallo stato di bestie.
N. Sono orgogliosa perchè nonostante questo io non ho paura.
M. Sono indignata perchè in Italia 6 milioni 750 mila donne dai 16 ai 70 anni hanno subito violenze e 1 milione e 400 mila ragazze hanno subito violenza sessuale prima dei 16 anni; sono indignata perchè il 69% degli stupri è opera di mariti, fidanzati o compagni, e quindi avviene tra le mura di casa; sono indignata perchè il 96% degli stupri non viene denunciato.
N. Sono orgogliosa perchè rifiuto l'uomo come ruolo assoluto e autoritario a cui sottomettermi.
M.  Sono indignata perchè in molte parti del mondo un uomo può uccidere una donna con una pena irrisoria se l'ha fatto per difendere il suo onore; non pensiamo che ciò sia lontano da noi: il delitto ad onore in Italia è stato abolito solo nel 1981.
N.  Sono orgogliosa perchè in Italia un uomo che violenta la figlia e poi, siccome è rimasta incinta, la uccide per salvare l'onore della famiglia viene punito.
M. Sono indignata perchè "lesbica" non è l'amore di due donne, ma l'eccitazione di qualche pervertito.
N.   Sono orgogliosa perchè nel mio paese una donna è libera di amare un'altra donna.
M.  Sono indignata perchè spesso veniamo giudicate come strumenti di procreazione.
N.  Sono orgogliosa perchè posso scegliere se dare a mio figlio il mio cognome.
M.  Sono indignata perchè in Italia non si voleva togliere la spina ad una donna in coma da 17 anni perchè poteva ancora procreare.
N. Sono orgogliosa perchè non mi considero un essere aggiuntivo per la riproduzione dell'umanità.
M. Sono indignata perchè in molte parti del mondo si abortiscono le bambine o si sopprimono alla nascita, semplicemente non sono utili: oggi mancano all'appello circa 100 milioni di donne.
N.  Sono orgogliosa perchè considero la libertà d'aborto prova della mia autonomia. "Non si tratta di diritto all'aborto, ma di diritto di diventare madri per scelta".
M. Sono indignata perchè in Italia solo nel 1946 è stato permesso di votare alle donne. Chissà cosa sarebbe successo se avessimo avuto potere politico da sempre.
N. Sono orgogliosa perchè posso votare mentre in Arabia Saudita le donne non hanno ancora il diritto di voto né attivo né passivo.
M. Sono indignata perchè oggi in Italia si classificano come troie le donne che non vogliono mercificare il proprio corpo, eppure io riterrei molto più opportuno classificare come tale la Santanchè.
N.  Sono orgogliosa perchè voglio essere valutata in base alle mie qualità e ai miei difetti, non alla taglia di reggiseno.
M.  Sono indignata perchè noi donne abbiamo perso il senso della solidarietà femminile.
N.  Sono orgogliosa perchè quando nel 1791 Olympe de Gouges scrisse la dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina le donne lottavano per un obiettivo comune.
M.  Sono indignata perchè quando nel 1993 Lorena Bobbitt ha evirato il marito è scoppiato uno scandalo, mentre ogni anno 130 milioni donne subiscono mutilazioni genitali femminili, 3 milioni di bambine ogni anno.
N.  Sono orgogliosa perchè moltissime first lady tra cui anche Clio Maria Bittoni (moglie di Napolitano) hanno lanciato un appello per la messa al bando di tali mutilazioni.
M.  Sono indagnata perchè nel frattempo la preoccupazione di certi politici e ancora peggio politiche in Italia è quella scagionare dalle accuse di prostituzione minorile il loro, ma non mio e neanche vostro, premier.
N.    Sono orgogliosa perchè mi chiamo Nicole, e di cognome non faccio Minetti.
M.  Sono indignata perchè in Germania c'è la Merkel, in America Hillary Clinton, in Birmania Aung San Suu Kyi, mentre in Italia la Minetti.
N.  Sono orgogliosa perchè in Italia non c'è solo la Minetti, ci sono Rita Levi Montalcini, Maria Montessori, Oriana Fallaci, Elsa Morante, Margherita Hack e ci siamo noi.
M.  Sono indignata perchè sono una donna e le donne ora devono essere indignate.
N.   Sono orgogliosa perchè sono una donna, e le donne ora devono essere indignate.


Michela Biscaro,  anni 17,  studentessa Liceo Classico “Canova”
Nicole Paypaert,  anni 16,  studentessa Liceo Scientifico “Da Vinci”

Qualcuno era Contro la Riforma Gelmini

Qualcuno era contro la Riforma Gelmini perché era nato ad Adro. ( E non voleva che nè i simboli di partito nè le tradizioni folcloristiche entrassero nella SCUOLA PUBBLICA ITALIANA.)

Qualcuno era contro la Riforma Gelmini perché il nonno, lo zio, il papà. .. la mamma anche.

Qualcuno era contro la riforma Gelmini perché vedeva la cultura come una promessa, la conoscenza come una poesia, il sapere come il paradiso terrestre.

Qualcuno era contro la Riforma Gelmini perché si sentiva solo. (E probabilmente questo qualcuno era pure straniero, inserito in classi di soli stranieri)

Qualcuno era contro la riforma Gelmini perché il ministro strumentalizzava la lettura della Bibbia nelle scuole. (e plaudeva poi al govenatore Zaia che tagliando i laboratori dei professionali veneti prometteva di regalare Testi Sacri a tutti).

Qualcuno era contro la riforma Gelmini perché il laboratorio lo esigeva, le attività culturali le esigeva, il trasporto scolastico decente lo esigeva, il corso di recupero anche. . .

Qualcuno era contro la Riforma Gelmini perché altri lo avevano informato.

Qualcuno era contro la Riforma Gelmini perché era sicuro "non gli avessero detto tutto" e sentiva odore di "qualcosa di peggio" tra i tagli e scempi della scuola pubblica.

Qualcuno era contro la Riforma Gelmini perché prima… prima…prima… era d'accordo. (Ma tanto tanto tempo fa).

Qualcuno era contro la riforma Gelmini perché aveva capito che l'istruzione pubblica andava piano, ma lontano.

Qualcuno era contro la Riforma Gelmini perché il proprio supplente annuale (precario, non flessibile) era una brava persona.

Qualcuno era contro la Riforma Gelmini perché il proprio ministro dell'Istruzione no che non era una brava persona.

Qualcuno era contro la Riforma Gelmini perché si poteva permettere la scuola paritaria ma amava la scuola pubblica.

Qualcuno era contro la Riforma Gelmini perché si commuoveva ai dibattiti tra studenti.

Qualcuno era contro la Riforma Gelmini perché era convinto che la scuola e lo Stato fossero entità laiche.

Qualcuno era contro la Riforma Gelmini perché era talmente affascinato dagli insegnanti che voleva essere uno di loro.

Qualcuno era contro la Riforma Gelmini perché non ne poteva più di fare l'insegnante.

Qualcuno era contro la Riforma Gelmini perché voleva il comodato d'uso dei libri scolastici.

Qualcuno era contro la Riforma Gelmini perché le manifestazioni, conoscere persone nuove, sentire le opinioni di qualcun' altro...

Qualcuno era contro la Riforma Gelmini per fare rabbia a suo padre.

Qualcuno era contro la Riforma Gelmini perché andava a scuola solo per le ore di storia.

Qualcuno era contro la Riforma Gelmini, qualcuno per principio, qualcuno per frustrazione

Qualcuno era contro la Riforma Gelmini perché voleva soldi solo per la scuola pubblica.

Qualcuno era contro la Riforma Gelmini perché conosceva il personale ATA, la Segreteria e affini.

Qualcuno era contro la Riforma Gelmini perché era convinto che 30 persone fossero troppe per una classe sola.

Qualcuno era contro la Riforma Gelmini perché era più contro degli altri.

Qualcuno era contro la Riforma Gelmini malgrado ci fosse la scuola.

Qualcuno era contro la Riforma Gelmini perché non c'era niente di meglio.

Qualcuno era contro la Riforma Gelmini perché abbiamo avuto le peggiori riforme scolastiche di sempre.

Qualcuno era contro la Riforma Gelmini perché le riforme peggio che da noi, solo in Uganda.

Qualcuno era contro la Riforma Gelmini perché non ne poteva più di quarant'anni di riforme inutili.

Qualcuno era contro la Riforma Gelmini perché chi era contro era contro e basta.

Qualcuno era contro la Riforma Gelmini perché sognava una libertà diversa da quella della società

Qualcuno era contro la Riforma Gelmini perché credeva di poter essere vivo e felice solo se condivideva un'idea di scuola nuova con tutti quelli con cui viveva.

Qualcuno era contro la Riforma Gelmini perché aveva bisogno di una spinta verso qualcosa di nuovo.

Perché sentiva la necessità di una scuola diversa.vPerché forse era solo una forza, un volo, un sogno. Era solo uno slancio, un desiderio di cambiare le cose, di cambiare la vita.

Sì, qualcuno era contro la Riforma Gelmini perché, con accanto questo slancio, ognuno era come… più di sé stesso. Era come… molte persone in una. Da una parte la personale fatica quotidiana e dall'altra il senso di appartenenza a una razza che voleva spiccare il volo per cambiare veramente la vita. No. Niente rimpianti. Forse anche allora molti avevano aperto le ali senza essere capaci di volare…come dei gabbiani ipotetici. E ora? Anche ora ci si sente come in due. Da una parte l'uomo inserito che attraversa ossequiosamentelo squallore della propria sopravvivenza quotidiana e dall'altra il gabbiano senza più neanche l'intenzione del volo perché ormai il sogno si è rattrappito.

Svegliamolo.